Sul palco del Curci la storia di Franco Marcone, evento organizzato dalle associazioni Antiracket Andria, Amici per la vita in collaborazione con la Prefettura Bat

E’ andato in scena lo scorso giovedì 20 marzo, al teatro Curci di Barletta, lo spettacolo “Io sono Franco– Storia di Franco Marcone, un uomo normale”, nell’ambito delle iniziative rientranti nella “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. L’evento è stato organizzato l’associazione Antiracket Andria e l’associazione “Amici per la vita” in collaborazione con la Prefettura di Barletta Andria Trani. L’opera scritta da Lidia Bucci e interpretata da Franco Ferrante ha riscosso applausi e consensi da parte di tutte le autorità civili, politiche, militari ed ecclesiali presenti al teatro.

«La Prefettura sarà sempre al fianco di queste iniziative che puntano a diffondere la cultura della legalità – ha spiegato la prefetta Bat, Silvana D’Agostino -. E’ importante operare sul territorio ed essere tra la gente per far sentire la presenza dello Stato». «Sono contenta che questo lavoro approdi anche nella Bat – dice la sindaca di Andria, Giovanna Bruno – perché l’ho visto nascere con il Festival della Legalità e poi approdare a teatri non solo pugliesi ma di tutta Italia. Il racconto di queste storie funge da insegnamento per tutti».

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La storia di Franco è liberamente ispirata alla vita di Francesco Marcone. Nato a Foggia nel 1937, era un alto funzionario del Ministero delle Finanze, dirigeva l’Ufficio del Registro di Foggia. Venne ucciso, nel portone della sua abitazione, il 31 marzo del 1995, dopo aver effettuato una serie di segnalazioni e denunce attinenti al suo ruolo, l’ultima delle quali inviata alla Procura della Repubblica di Foggia nove giorni prima di essere ucciso. «Ringrazio Paolo Marcone, figlio di Franco, per la sua partecipazione al nostro evento – commenta il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito -. Non è semplice ripercorrere quei momenti dolorosi, avendoli vissuti in prima persona, ma la testimonianza del suo papà è molto preziosa per le nuove generazioni».

«Ci piace raccontare la sua storia, perché è un uomo normale e non un eroe. Perché l’eroe crea una distanza – dicono la drammaturga Lidia Bucci e l’attore Franco Ferrante -. Noi crediamo che ognuno di noi facendo il proprio dovere, dia vita ad una piccola lotta alla mafia». «Il nostro silenzio è la loro forza – dice il presidente dell’Antiracket Andria, Felice Gemitiper cui vogliamo alzare la nostra voce per far sì che questo problema possa essere debellato dal territorio».

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