Nicola Montepulciano: “crisi ed elettricità, l’importanza delle rinnovabili”

“Il 16 giugno 2013 per la prima volta e per due ore, tra le 14 e le 15, in Italia il fabbisogno di energia elettrica è stato completamente ricoperto dalle fonti rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico ed eolico). A costo zero. E a inquinamento zero. In quelle due ore non si è avuto bisogno di petrolio, carbone, gas e porcherie simili. Ma c’è altro. Perché, senza considerare il sensazionale picco di produzione di elettricità del 16 giugno, tutta da fonti alternative italiane, secondo i dati Terna, in tutto il mese di giugno 2013 le stesse fonti pulite hanno generato il 50,2% dell’elettricità italiana, coprendo il 44,3% della domanda” – lo ha dichiarato il nostro concittadino ecologista Nicola Montepulciano che ha proseguito:

“Si è ridotto, cioè, di molto il ricorso al petrolio, carbone e gas. In un solo anno dal giugno 2012 al giugno 2013, la quota delle rinnovabili sulla produzione totale è passata dal 38,2 al 50,2%. Per l’aumentata disponibilità di elettricità da fonti alternative la centrale a carbone di Brindisi ha dovuto, di tanto in tanto, sospendere la sua produzione di energia elettrica (mia ricerca ndr). E si deve pensare che la stessa situazione si sia verificata anche per altre centrali a carbone, a gas, etc. esistenti in Italia. La scorsa settimana abbiamo saputo che il nostro governo ha stabilito di far pagare il 10% in meno l’energia elettrica alle industrie italiane per combattere la crisi e solamente qualche giorno fa abbiamo saputo che alle famiglie l’elettricità costerà circa il 2% in meno. Molti  avranno pensato ad uno sforzo fatto dal governo in questo senso. No. La ragione di tale diminuzione nel costo del servizio sta nel fatto che l’energia elettrica ora costa di meno anche grazie alle fonti energetiche alternative italiane. Fa pensare  il silenzio, quasi totale, di fronte ad un avvenimento di una simile portata storica” – ha osservato Montepulciano che ha poi aggiunto:

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“Il motivo di tale silenzio è presto detto: farci pagare poco l’energia  fa paura ai potenti economici,  giochi politici, soddisfare le richieste di installazione di ormai inutili centrali a biomasse, consentire la nascita di nuove aziende erogatrici concorrenziali, che ti devono telefonare rompendoti l’anima con proposte di costi più convenienti di altre, mentre ora sappiamo che costa meno per tutte e in seguito costerà ancora meno. Potenziando, come si deve, lo sviluppo delle fonti alternative, sia nel senso di continue installazioni di impianti alternativi che di finanziamento della ricerca di pannelli rivoluzionari e ammodernando la rete del trasporto di elettricità (elettrodotti) l’Italia raggiungerebbe risultati sorprendenti.  Voglio lanciare una proposta:  tutti i Comuni pugliesi potrebbero versare 500 euro l’anno per sostenere ulteriormente i progetti dei ricercatori pugliesi. E’ una cifra irrisoria. Se il progetto dovesse produrre pannelli fotovoltaici ad un costo molto contenuto, ogni comune potrebbe dotarsi  di una centrale  fotovoltaica, piccola o grande che sia, per favorire la propria comunità. Una cosa è certa: installare ulteriori centrali alternative significherebbe ridurre le centrali a carbone, a gas, centrali a biomasse vere o finte, a volte truffaldine che eviterebbero trasferimenti dei nostri soldi all’estero e garantirebbero una migliore qualità dell’aria” – ha concluso il nostro concittadino ecologista.

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