L’andriese Saccotelli: “anche io, Carabiniere omosessuale, ho difeso la Patria”

“Non si può lasciare intendere che nelle Forze Armate siano tutti bianchi, etero, cattolici. Insomma tutti uguali”: l’osservazione parte da Riccardo Saccottelli, 48 anni, Carabiniere in congedo sopravvissuto alla strage causata dall’attentato di Nassiriya, avvenuta il 12 novembre del 2003. Un attentato che, come molti nostri concittadini ricorderanno, gli procurò gravi lesioni. Oggi, Saccotelli – omosessuale dichiarato – prende le distanze dalle recenti affermazioni diffuse a mezzo stampa sottolineando come “una vera e propria comunità lgbt forse si sta creando ora nella consapevolezza soprattutto dei giovani arruolati”, denunciando episodi di razzismo e maschilismo che ancora causano danni, anche psicologici, alla popolazione con orientamento sessuale differente. Tutto ciò è ricordato anche sulle pagine del Sindacato dei Militari, dove Saccotelli ribadisce la propria posizione in quanto “carabiniere omosessuale” che ha “difeso la Patria” come il noto generale. Per saccotelli, inoltre:

“si deve contrapporre alla narrazione del Dio, patria e famiglia quella di Stato laico e solidarietà sociale“. Rigettando l’idea che l’amor di Patria possa essere affiancato maschilismo, patriarcato, omofobia. Saccottelli, che è presidente del Sindacato dei militari, spiega poi che tra chi indossa una divisa “quelli che amano in modo diverso” sono tanti, “molti di più di quel che si immagina”. “Queste persone, però, per la vergogna, sono costrette a subire, sopportando battute e linguaggio da caserma”. Perché “bisognerebbe ricordare che un militare è innanzitutto un individuo. Ed è solo come tale, prima di qualsiasi altra condizione o grado gerarchico, che giura di essere fedele alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del proprio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni”.

#andria #riccardosaccotelli #vannacci