
«Come figlio di contadini, mi sento in dovere di difendere con forza i prodotti agricoli italiani, coltivati con passione e dedizione da migliaia di anni, destinati a nutrire la nostra popolazione e, in parte, a essere esportati a prezzi accessibili per tutti. La guerra dei dazi e la politica del “occhio per occhio” provocano solo danni alle nostre imprese, grandi e piccole, e ai nostri agricoltori, in particolare quelli produttori di olio e vino. Se gli Stati Uniti aumentano l’Iva, l’Italia non dovrebbe rispondere con minacce, ma piuttosto cercare alleati in altri paesi importanti, come la Russia e i Paesi dell’Est, che sono parte integranti dell’Europa, stipulando contratti per l’esportazione dei nostri prodotti richiesti in tutto il mondo: dall’olio extravergine d’oliva ai vini, ai formaggi, ai salumi, agli agrumi, alle mele, fino ai mobili, e così via» – comincia così la lettera inviada dal Cav. Salvatore Porro a VideoAndria.com. Nella sua analisi, il Consigliere Comunale di Trieste originario della città di Andria, ha quindi proseguito:
«Inoltre, sarebbe opportuno applicare l’Iva al 50% sull’importazione di olio d’oliva tunisino, che costa circa 5 euro al litro, mentre il prodotto italiano supera di poco i 9-10 euro. Negli ultimi anni, la Tunisia è riuscita ad aumentare in modo significativo la produzione di olio d’oliva, si stima di quest’anno ne produrrà 325.000 tonnellate per un aumento del 62,5% in più rispetto alle 200.000 tonnellate prodotte lo scorso anno. L’aumento della produzione ha avuto un impatto significativo sul prezzo, che è sceso di circa il 35%, portando il costo a 4,93 euro al litro. Tuttavia, la Tunisia non è l’unico paese da cui l’Italia importa olio d’oliva. Infatti, la Spagna fornisce circa 105.000 tonnellate all’anno, la Tunisia 49.000 tonnellate, la Grecia 32.000 tonnellate e il Portogallo 21.000 tonnellate. Seguono altri paesi come la Turchia, il Cile e l’Argentina. L’anno scorso, l’Italia ha importato circa 223.000 tonnellate di olio d’oliva in totale. Coldiretti critica soprattutto l’Unione Europea perché le importazioni dalla Tunisia sono favorite da un primo accordo firmato nel 2016 e ridefinito nel 2019, nell’ambito dei progetti di cooperazione internazionale. L’accordo prevede che ogni anno i paesi europei possano importare 56.700 tonnellate di olio extravergine esente da dazi
doganali. Quest’anno, a bocca di frantoio, il vero olio d’oliva extra vergine non può essere venduto a meno di 9-10 euro al litro (e in alcune aree anche a prezzi superiori). Si deduce quindi che chi oggi vende olio d’oliva tunisino in Italia a meno di 5 euro, o sta facendo un regalo, o sta vendendo un prodotto di olive provenienti da altre nazioni. Inoltre, non conosciamo le normative sull’uso di pesticidi in altri paesi, mentre in Italia esse sono molto rigide. Pertanto, o il governo applica l’Iva al 50% sull’olio d’oliva importato, oppure dovrebbe lanciare una campagna pubblicitaria per incentivare l’acquisto di prodotti italiani e sovvenzionare gli agricoltori italiani» – ha concluso il Cav. Porro, che ringraziamo per questo suo nuovo importante contributo.
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