Un sistema talmente obsoleto da non essere più riconosciuto neanche come sistema di sicurezza il «blocco telefonico» presente sulla tratta ferroviaria Corato-Andria sulla quale, lo scorso 12 luglio scorso, uno scontro tra treni causò la morte di 23 persone e altri 50 feriti.
La procura di Trani ha ritenuto infatti che il ricorso al blocco telefonico risulti in contrasto con la normativa in vigore.
Sino ad ora, dalle indagini svolte dal pool di magistrati tranesi, coordinate dal procuratore facente funzioni Francesco Giannella, sarebbe emerso che la corretta interpretazione della normativa ferroviaria in vigore non ammette – secondo l’interpretazione accusatoria – il blocco telefonico.
Con il proprio rifiuto, l’Ansf ha delegato di fatto di fatto la sicurezza all’Ustif, l’ufficio periferico del Ministero dei Trasporti che ha competenze su molteplici situazioni, dalle ferrovie alle funivie. L’Ustif applica – secondo le indagini – regole diverse da quelle dell’Ansf, tollerando il blocco telefonico. In base alle informazioni raccolte, un treno potrebbe cosi ottenere una licenza in base solo dopo aver chiesto ed ottenuto per il treno stesso, mediante appositi dispacci, il via libera dalla successiva stazione abilitata.
Quindi, sul territorio nazionale – secondo i pm tranesi – esistevano (ed esistono tuttora) due tipi di sicurezza: di serie A (automatizzati) e di serie B (affidati totalmente al controllo umano).
A seguito dell’incidente ferroviario avvenuto tra i comuni di Andria e di Corato, il Ministero dei Trasporti ha delegato il controllo della sicurezza sulla tratta all’Ansf che, a sua volta, ha imposto limiti di velocità ai convogli e altre prescrizioni. Decisioni importanti e drammatiche che servirebbero per raggirare i rischi di altri errori umani come quello commesso dal capostazione di Andria il quale diede il via libera alla partenza del treno, poi scontratosi contro il convoglio proveniente da Corato.
Occorre anche ricordare che il Dpr 753 del 1980 impone al gestore della linea ferroviaria di adeguare la sicurezza alla migliore tecnologia esistente. Da questi presupposti l’accusa per non aver fatto ciò che avrebbe potuto evitare la strage. I magistrati che si stanno occupando del caso, hanno analizzato i dati dell’Agenzia sulla sicurezza ferroviaria (Ansf) che ha definito obsoleto il blocco telefonico rifiutandosi di occuparsi delle tratte li dove il sistema risulta ancora attivo.
Il blocco telefonico a cui era affidata la sicurezza sulla tratta ferroviaria Corato-Andria risulta quindi obsoleto. Come ricorda anche questo servizio televisivo locale (Fonte VIDEO: Canale YouTube di Tele Sveva):
Non sarebbe escluso che, essendo questo un esame irripetibile, venga allargato l’avviso di garanzia a nuovi indagati oltre ai sei già sottoposti ad indagine.
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