L’ennesima sentenza del Tar sulla sospensiva dell’efficacia del Regolamento comunale vigente sulla disciplina dei Dehors, a poche ore dalla pubblicazione, alimenta una serie di dubbi su quanto ora potrebbe accadere. All’entusiasmo di chi, prima ancora degli stessi ricorrenti, si affretta a sollevare bandiere che ancora non hanno impresso su di esse il simbolo della prossima campagna, si interfaccia la ragionevole, pacata ed approfondita riflessione del Presidente UniBat, il signor Savino Montaruli, il quale con l’ex Assessore al ramo e nel Tavolo Tecnico di lavoro contribuì all’emanazione di quel Regolamento, poi modificato dalla gestione commissariale, ma che fu anche molto critico rispetto al fatto che quel percorso istituzionale non portò alla necessaria ed obbligatoria concertazione con la Soprintendenza, come per legge. Oggi, analizzando le conseguenze di quel pronunciamento del Tar Puglia, il signor Montaruli afferma:
“chi credeva ed ancora in queste ore espone le sue certezze circa la riappacificazione di una situazione molto complessa ed articolata credo possa presto ricredersi. Purtroppo la foga di agitare le bandiere senza che ancora non si sappia quale simbolo sarà impresso su di esse ha fatto trascurare alcuni particolari fondamentali. Quelli che non sono affatto dei particolari consistono nel chiarimento, che ben presto arriverà dall’Avvocatura comunale della città di Andria, circa le procedure che saranno ora avviate. Intanto vorrei ricordare che ad oggi esiste un particolare non trascurabile che è rappresentato dal fatto che, contrariamente a quanto da noi sempre richiesto, il comune di Andria, nonostante l’approvazione del Regolamento previgente, non ha mai né rinnovato né rilasciato le autorizzazioni ai ricorrenti quindi la domanda principale è questa: poiché quei manufatti non sono autorizzati, al punto da aver ricevuto persino le diffide, con quale autorizzazione continuerebbero ad insistere in quei luoghi? Potrebbe oggi il comune di Andria rilasciare autorizzazioni sulla base del previgente Regolamento che è stato sostituito da quello della gestione commissariale quindi non è applicabile? Alla luce dei fatti riteniamo che resti difficile rassicurare gli interessati ben sapendo che ad oggi non sono, appunto, in possesso di autorizzazioni per quelle occupazioni. Se autorizzazioni dovranno essere rilasciate comunque esse passeranno al vaglio per il parere della Soprintendenza. La Soprintendenza cosa e come risponderà? Senza entrare nel merito di altri aspetti relativi alla sentenza del Tar, che meriterebbero opportuno approfondimento, come ad esempio il fatto che, impropriamente, si affermi che il Regolamento commissariale non sia stato concertato con la Soprintendenza, la nostra principale preoccupazione resta proprio per quegli esercenti che ancora non hanno tra le mani quel pezzo di carta che li autorizzerebbe a tenere montati i loro Dehors. Su questo nessuno, tranne il sottoscritto ovviamente, è ancora intervenuto e sarebbe quanto mai opportuno che quegli esercenti non solo sappiano come stiano le cose ma siano altresì consapevoli sul perché non abbiano ottenuto, così come non hanno mai ottenuto, i rinnovi delle loro autorizzazioni nonostante il consiglio comunale approvò quel Regolamento poi modificato e nonostante fossero passati moltissimi mesi da quella approvazione fino all’insediamento del Commissario Straordinario. Al di la di tutto ciò che è stato scritto in quel brutto libro di una gestione politica deplorevole e da dimenticare, restano ancora tantissime le pagine scritte ma ancora mai lette al cui interno si trovano i misteri, gli arcani e persino le complicità che poi hanno determinato tutto il resto. Ciò che oggi è sicuro è che l’incertezza regna ancora sovrana, comunque ed almeno fino al prossimo 2020. E nel frattempo? La parola al comune di Andria” – ha concluso Montaruli.
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