
Giuseppe Brescia: “L’antrace di Aldous Huxley e il coronavirus di Dean Koontz” – Premesso che la teoria del complotto riceve una dura critica nell’ambito della epistemologia moderna e contemporanea, per il fatto che esistono le conseguenze non volute di azioni umane intenzionali (teorema previsto in alcuni classici da Machiavelli a Benjamin Constant, e tematizzato nella scuola austriaca di economia di Friedrich Von Hayek ); e dato per scontato che la storia è piena di precorrimenti letterari e di coincidenze casuali; resta il ‘ricorso’ significativo delle anticipazioni messe in luce da Fabio Fidora sulla “Voce di New York” del 20 febbraio 2020, a proposito del “Wuhan-400”, meglio oggi noto per “coronavirus”, in un romanzo “dis-topico” di Dean Koontz, Gli occhi dell’oscurità, “Eyes of Darkness”, risalente in prima edizione al 1981 e ambientato nel 2020. Le reazioni alla “scoperta” sono state fitte, passando dal rifiuto della notizia come una delle “fake news” alla sua rimeditazione e discussione critica.
Tra gli altri, Paolo Attivissimo, sul sito “disinformatico” del giorno dopo, ha sottolineato che la curiosità appare solo nella seconda edizione del libro, del 1996, ambientato a Wuhan, nel laboratorio virologico istituito il 1957; mentre in prima edizione lo scenario era quello della città di Gorki, in Russia, formulando l’ipotesi che – dopo la caduta del muro di Berlino e la perestrojka – l’ambientazione originaria, tipica della guerra fredda, non fosse ritenuta più attuale. Comunque sia di ciò, prima del 2020, alcuni magnati americani collegati a Bill Gates e altri istituti, in una forma di “coalizione”, investivano cospicui fondi nella ricerca di un antidoto al cosiddetto “nuovo” virus. E il direttore del Dipartimento dell’ Istituto di Chimica e Biologia dell’ Università di Harvard, poco dopo, veniva arrestato per aver avuto contatti finanziari con il laboratorio cinese creato a 12 km. dalla città di Wuhan. Altra circostanza poco considerata è poi quella della stranezza per cui la Cina, fautrice di un severo controllo informatico e biologico su tutti i propri cittadini, allo scopo di soffocarne il benché minimo moto di dissenso ( programma noto con il nome di “cyberdittatura” ), si sia lasciata sfuggire il controllo di codesto elemento a rischio di pandemia. Tutti i dati, personali, sanitari, fiscali, intellettuali e politici sono collegati, in Cina, alla mappatura del DNA delle persone:
donde le gravi perplessità espresso dai circoli delle libertà e in generale dall’intiero Occidente. Appare, quindi, davvero strano che – quanto più totalitario e spietato il controllo degli individui fino alla mappatura biologica degli stessi – tanto più inaspettato ed esteso, rapido e diffusivo sia stato il diffondersi del virus biologico nato dal contagio di animali infetti come i pipistrelli vivi a cellule di esseri umani, in prinis medici e personale sanitario. Fonti giornalistiche e aggiornamenti successivi parlano di dottori cinesi del laboratorio di Wuhan feriti a sangue da pipistrelli, il cui virus era oggetto di studio e mutazione. Senza indulgere alla “retorica del complotto” ( denunciata da Zeffiro Ciuffoletti e Nicola Matteucci ) né tantomeno alla “paranoia del complotto” ( esaltata dall’ultimo Umberto Eco, quello del Cimitero di Praga ), qualcosa di preoccupante rimane in tutta codesta drammatica vicenda. Ed è qualcosa che riporta alla mente, per analogia, il caso di vent’anni addietro di altra anticipazione anti-utopica, per gli attentati postali con buste contenenti l’antrace negli Usa tra il settembre e l’ottobre 2001, contenuta in Brave New World di Aldous Huxley ( Godalming-Sussex 1894, dalla famiglia di illustri scienziati positivistico quale Thomas – Hollywood 22 novembre 1963 ). Nel romanzo del 1932, che Vladimir Bukowskj diceva di preferire al modello orwelliano e anti-utopico del 1984, al Capitolo III, parlando Mustafà Mond, è detto: “Il liberalismo, naturalmente, era morto di antrace, cionondimeno non si potevano fare le cose per forza”. “ Liberalism, of course, was dead of anthrax, but all the same you couldn’t do things by force “ ( Ed. Harper and Row, New York, 1932 e 1946, p. 32= trad. it. Oscar Mondadori, a cura di Lorenzo Gigli e Luciano Bianciardi, Milano 2001, p. 45 ). Nel testo è riportata la formula chimica dell’antrace ed esaltata la droga perfetta, il “soma”, a danno della memoria storica, del cristianesimo e della democrazia. Certo, i casi di Huxley e Koontz sono diversi, per ambientazione storica e geografica, motivi dominanti e contesto ideologico. Ma “Gli occhi delle tenebre”, rilucono in entrambi i racconti di utopia negativa. E forse lo “spartiacque”, il Turning Point, è dato dal “1994”. Critica della ragione sofistica. “Orwell e Huxley per decifrare l’odierno terrorismo”, scrissi allora a Oriana Fallaci, in “La libertà vince sempre”. Aggiuntevi le osservazioni di Benedetto Croce a Huxley e Roosevelt (1946), PiubIdea, Bisceglie 2001. Il filosofo siciliano Rosario Assunto di Caltanissetta, docente di Estetica alla Università di Urbino ( 1915-1994 ), citava spesso Brave New World di Huxley e R.o.b.o.t. di Karel Capek, per confutare la fosca previsione di una umanità alienata, dimentica di Dante e Shakespeare e paga soltanto della dominazione biologica e genetica, della pianificazione tecnologica e dell’automatismo della macchina. Ma anche i terroristi erano, e sono, addottorati, come dimostra Luciano Pellicani, avendo spesso studiato a Parigi o a Londra e conoscendo con ogni probabilità i testi di Orwell e Huxley, pur non credendo nella libertà quanto, piuttosto, nel Fanatismo ( termine usato da Benedetto Croce per recensire l’altro importante libro di Arthur Koestler, Buio a Mezzogiorno, nel 1946 ). “La libertà è un’eterna vigilanza”, insegnava Sir Karl Popper. E “Una nuova teoria della biologia”, studiata da Mustafà Mond, rischia di essere oggi “accompagnata da una battaglia contro il Passato; dalla chiusura dei musei; dalla distruzione dei monumenti storici ( fortunatamente la maggior parte di essi era stata rovinata durante la Guerra dei Nove Anni); dalla soppressione di tutti i libri pubblicati prima del 150 di Ford” ( Il mondo nuovo, cit., pp. 47 e 157 ). Giuseppe Brescia – Società di Storia Patria per la Puglia – Andria
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