Castel del Monte non ebbe vita facile dopo la morte di Federico: con la conclusione del periodo medievale e dopo la parentesi rinascimentale – dal 1522 al 1876 il castello appartenne ai Carafa, che nel 1552 furono nominati Duchi di Andria e Castel del Monte. Sotto Carlo I d’Angiò l’antico maniero, già al tempo di Manfredi usato occasionalmente come prigione, fu riconvertito in un vero e proprio carcere:
Fu ordinato, infatti, nel 1277 il potenziamento degli apparati di difesa con “bertesce et 4 guayatorole” alle torri e inferriate a tutte le finestre (Dokumente, 1926, nr. 740). È molto dubbio se le sopraelevazioni di due torri visibili prima dei restauri, avviati nel 1879, contenessero tracce di questo intervento. Nel castello furono reclusi, dopo il 1266, i figli di Manfredi, Enrico, Federico e Enzo (Azzolino), che vi rimasero fino al 1299, nonché altri sostenitori degli Svevi, tra cui Enrico di Castiglia che vi fu detenuto dal 1277 al 1291. Al tempo di Carlo I d’Angiò (1266-1285) la guarnigione di Castel del Monte risultava costituita da un castellano e trenta soldati, il cui numero fu poi aumentato a quaranta (Sthamer, 1914, p. 63). Dopo secoli di relativo oblio – con un castello utilizzato per l’appunto anche come prigione – iniziò la riscoperta culturale e architettonica del forte dopo la sua prima citazione da parte del Giovan Battista Pacichelli (che, come ricordava il nostro concittadino ricercatore indipendente Nicola Montepulciano, ebbe anche da raccontare sull’antica arte figula della lavorazione delle ceramiche andriesi):
Nato a Roma da genitori pistoiesi, seguì a Pisa gli studi giuridici per addottorarsi in diritto civile e canonico; tornato a Roma, si laureò in teologia sotto la guida del cardinale Brancati. Era il 1695 quando, nel descrivere anche il Palazzo Ducale di Andria, il Pacichelli si espresse sul maniero federiciano attraverso la pubblicazione “ LETTERE FAMILIARI, Istoriche, & Erudite, tratte dalle Memorie Recondite dell’Abate D. Gio. Battista Pacichelli in occasione de’ suoi Studj, Viaggi, e Ministeri””, Tomo I., appresso li Socii Parrino, e Mutii, in Napoli, M.DC.XCV., pp. 136-141. Come riportato anche dal sito web AndriArte.it – curato dall’illustre prof. Sabino Di Tommaso, a proposito di Castel del Monte, Pacichelli scrisse:
“Era questo clima, in poggio più elevato, e da qualsisia nemica invasione sicuro, dalla Città di Andria per nove miglia discosto, nelle agitationi guerriere stato già ricovero molto caro à Federico Cesare Barbarossa (1).Vi fè egli edificare, per la sua più gelosa, e grata custodia, uno stupendo palazzo, che ritiene il nome di Castel del Monte, col dominio di varie colline, le quali gli forman degna corona. La sua pianta è ottangolare: la materia di marmi di vari colori, uniti senza calce, col chiaro dell’Uovo, e quasi fatti un sol pezzo, e di getto, con quantità non ordinaria di Porfido, dentro, e fuori. Lo fiancheggiano con perfetta simetria otto Torrioni, ciascun de’ quali comprende due camere divise nel volto, e lascia di sopra una cisterna d’acqua compartita con maraviglia: caminando intorno alle mura, Cornici, ravvolte, e perforate vaghissime dentro, ed altri ornamenti di fuori, che rendono maestoso quel corpo. Uniscono i Torrioni diverse camere grandi con proporzionata distanza, e molte fenestre danno lor lume, con le colonne intiere, che l’aprono, e altre di queste di marmi, e porfidi triplicate, compongono gli angoli, chiudendo nicchi abbelliti di basi bizzarre, e di capitelli” – e ancora, Pacichelli aggiunse:
“Vi hà nobilissimo Atrio, e confacevole ad un magnifico palazzo, e ben munito castello, con le porte di puro, e fino metallo. Una Sorgente di Acqua fredda, e leggiera l’adorna nel mezzo, in copia bastevole à dissetare un’Esercito. Due scale grandi in giro, e diverse picciole danno il passo a’ suoi Quarti superiori, e all’immenso ambito delle stanze, che ad alcuni Passeggieri hà fatto desiderare il filo di Arianna, per iscuoprire la più regolata dispositione: in una sala de’ quali si vede scolpito l’Imperatore sudetto, con diversi de’ suoi Soldati, e Ministri. Per questi è il luogo dell’alloggio opportuno: corrispondendo al di sotto le Officine, sì per ogni lavorio, che per le necessarie conserve, à benefitio de’ consueti habitanti, e de’ Forestieri, co’ Forni, Molini, & altre comodità. Sonovi larghissime Scuderie, e non pochi siti vasti, e nascosti, additati con aperture nel terreno, e con gli squarci di fabrica assai staccata: sendosi provveduto à qualsisia militare occorrenza. Tutto risplende con ordine singolare. Gode rimoto, e piacevol prospetto, in più Provincie, di varie Signorie, in terra, e in mare, sendo scorta anche talvolta a’ Naviganti frà le tempeste. Possiede molti Territori, col titolo di Ducato di Castel del Monte, trattenendovis’il Castellano, con buon stipendio, e prezzevoli franchigie. Non pur è Fabrica assai considerabile nel Regno, che Augusta Reliquia di sì gran Monarca in Italia, e per tale vien conosciuta da’ Francesi medesimi, e da’ più curiosi Oltramontani, a’ quali non è discaro venire à vederla, e à gl’Intelletti più critici fra’ Nostri. Alcuni l’han chiamato il Palazzo di Armida. Altri han creduto, che con la stessa Eruditià di Vitruvio, harebbe potuto rinvenirvi di nuovo il celebre Buonaroti. V.S. però, che vede cose buone di lontano, e rare in codesta Regia, si contenti di questa Idea, e si disponga, se l’è in grado, ridurla in miglior forma col suo Giuditio. E le bacio con molto affetto le mani. Nap.[oli] ultimo Gennaio 1691″.
La descrizione di Pacichelli aprì le porte ad una prima descrizione sistematica dell’edificio da parte del Troyli (1749) il quale. Placido Troyli (Montalbano Jonico, 22 maggio 1688 – Scafati, 1757) è stato un abate e storico italiano. Placido Troyli divenne monaco cistercense nell’abbazia di Santa Maria del Sagittario di Chiaromonte, all’età di diciassette anni. Scrisse numerosi libri, tra cui una voluminosa Istoria generale del Regno di Napoli, opera apprezzata e citata da molti autori successivi. Dopo essere divenuto abate del suo ordine, quello cistercense, per motivi politici fu privato della dignità di abate e costretto a chiudersi nel convento di Santa Maria di Realvalle presso Scafati, dove morì nell’aprile 1757. Nella pubblicazione
Poco è stato pubblicato sulla vita di Heinrich Wilhelm Schulz. È possibile che abbia studiato prima architettura e gradualmente si sia dedicato a tutta la storia dell’arte attraverso viaggi di istruzione in Italia. Secondo le documentazioni, in corrispondenza scientifica con Carl Friedrich von Rumohr era già direttore delle antichità reali e delle collezioni di monete a Dresda nel 1846. In questa veste fece una campagna per la costruzione della Semper Gallery.
Denkmaeler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien (Dresda 1860), è da considerarsi a buon diritto il fondatore della storia dell’arte medievale nell’Italia meridionale. Attraverso la pubblicazione, Schulz divenne, di fatto, il primo studioso a studiare sistematicamente i monumenti medievali dell’antico Regnum Siciliaee per indagarne le fasi costruttive, gli arredi, gli ornamenti, riproducendoli in in disegni estremamente precisi e confrontando i dati raccolti dall’osservazione diretta con quelli derivanti dall’esame critico delle fonti testuali per applicare una metodologia storica basata sulla distinzione tra erudizione e filologia che ha informato il suo bagaglio intellettuale. Schulz ha dedicato particolare attenzione all’arte medievale in Puglia, studiando le grandi architetture religiose e le sopravvivenze materiali della loro storia secolare. Intendeva far rivivere sia narrativamente che visivamente un paesaggio artistico, una Kunstlandschaft, che era determinato da una complessa stratificazione storica, dove le testimonianze artistiche non riflettevano lo sviluppo del flusso storico, ma erano considerate parte di questo flusso, elementi costitutivi di un quadro geopolitico. Tra i monimenti, figurava anche il maniero federiciato ubicato in territorio di Andria.
Schulz morì all’età di 46 anni. Dopo la sua morte, il suo collega prussiano Ferdinand von Quast pubblicò la principale opera scientifica di Schulz sui monumenti d’arte dell’Italia meridionale in tre volumi principali, realizzati con la collaborazione di Anton Hallmann , un volume di documenti e un atlante. Heinrich Wilhelm Schulz fu ” Consigliere reale sassone ” e membro di numerose accademie e associazioni scientifiche, tra cui un membro dell’Istituto archeologico di Roma e della Royal Society for Nordic Archaeology di Copenaghen. Su Castel del Monte si espresse anche un altro noto cittadino tedesco dell’800:
Anton Hallmann (1812 ad Hannover ; † 28 agosto 1845 a Livorno ) è stato un pittore , disegnatore e scrittore tedesco. Dopo un apprendistato con l’architetto Ludwig Hellner ad Hannover, Hallmann ha frequentato l’ Accademia di Monaco . Nel 1833 si recò a piedi attraverso il Tirolo verso l’Italia , dove rimase a Roma fino al 1836 , interrotto da viaggi in Sicilia . Nel 1834 collaborò con lo storico dell’arte Wilhelm Schulz di Dresda per pubblicare un’opera sui monumenti dell’arte medievale nell’Italia meridionale. Tuttavia, il lavoro non è apparso in stampa fino al 1860. Nel 1837 Hallmann tornò a Monaco, ma l’anno successivo andò a Pietroburgo, poi in Inghilterra e in Francia. Tornato a Roma nella primavera del 1841, dipinse a olio pitture architettoniche, tra cui il giardino del monastero di Fossa Nuova. Nel 1842 pubblicò lo scritto Sforzi artistici del presente . Nel 1843 si recò di nuovo a Roma e completò diversi grandi dipinti ad olio, tra cui il dipinto Un giorno a Cipro è caratterizzato da ricchezza di composizione e rigoglio di immaginazione. Nel 1844 dipinse una grande villa fatiscente alla luce della sera per il re di Prussia . Nel 1845 fu uno dei fondatori dell’Associazione degli artisti tedeschi a Roma. Morì di malaria durante il viaggio di ritorno in Germania nello stesso anno . Il fratello di Anton Hallmann era lo scienziato naturale e medico idropatico Dr. Edoardo Hallmann (1813-1855). Dell’artista tedesco esistono ancora oggi alcune opere dedicate alla descrizione di Castel del Monte:
loro rapporti, che Schulz e Hallmann presentarono a Roma nell’inverno 1835/36, costituirono la base e gli spunti per due francesi, lo storico Huillard-Bréholles (1817-1871) e l’architetto Victor Baltard (1805-1874), i quali, seguendo le orme dei due tedeschi, seppero creare una propria documentazione del Castello con piante particolareggiate dell’edificio e pubblicarla a Parigi già nel 1844. Honoré Théodoric d’Albert, duca di Luynes, aveva sponsorizzato finanziariamente questo progetto. Di Baltard esiste ancora oggi un’opera particolarmente suggestiva che documenta le condizioni di Castel del Monte nel XIX secolo (a sinistra, l’opera, a destra, il Pacichelli):
Infine, ma non meno importante per il periodo della riscoperta dell’edificio storico, nel 1876 Castel del Monte fu acquistato dallo Stato Italiano per 25.000 lire che avviò i lavori di restauro, che ebbero ulteriori sviluppi dal 1928 fino agli anni Ottanta. Dal 1996 fa parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO e dal 2002 compare la sua effige nel centesimo di euro. Piace dunque pensare che il lavoro cominciato almeno dal Pacichelli abbia, nel corso dei secoli, portato ad una rivalutazione di Castel del Monte, oggi confermata da una soddisfacente popolarità internazionale, confermata anche da numerosi eventi dedicati ad esso, oltre altrettanto eccezionale attrazione turistica.
Fonti:
documento pdf. – lettere familiari pacichelli
https://archive.org/details/bub_gb_qxA2ST0qmukC/page/72/mode/2up
https://www.andriarte.it/CastelDelMonte/documenti/PTroyli-CastelDelMonte-Andria.html
https://www.andriarte.it/BorgoAntico/documenti/MemorieCastelDelMonte_DisfidaBarletta-Pacichelli.html
http://www.rmoa.unina.it/1702/1/RM-Lucherini-Schulz.pdf
https://kos.aahvs.duke.edu/creator_patron/hallmann-anton
https://de.wikipedia.org/wiki/Castel_del_Monte
https://www.treccani.it/enciclopedia/castel-del-monte_(Federiciana)
#casteldelmonte #andria #storia #carafa #delbalzo #remanfredi #federicoii #pacichelli #puglia
Riguardo il blog di VideoAndria.com, ricordiamo che è possibile ricevere tutte le news in tempo reale da Telegram iscrivendosi al seguente indirizzo >https://t.me/andriabarlettatrani< da Instagram al seguente indirizzo >instagram.com/andriapuglia< oltre che da Facebook cliccando “mi piace” su >Facebook.com/VideoAndriaWebtv< e da Twitter al seguente indirizzo >twitter.com/videoandria<. Sempre attraverso Telegram è possibile inviarci segnalazioni in tempo reale anche con video e foto. E’ possibile scriverci anche via Whatsapp per inviarci segnalazioni anche con foto e video cliccando qui ed iscriversi al gruppo per la ricezione dei nostri link cliccando qui. Ricordiamo, inoltre, che è possibile seguire tutti i nostri tweet all’indirizzo https://twitter.com/videoandria. Gli aggiornamenti di VideoAndria.com sono anche su linkedin.com/company/andrianews e su https://vk.com/andrianews.
#andria #andriesi #casteldelmonte #puglia #altamurgia #murgia #diretta #facebook #twitter #youtube #live #magazine #blog #andrianews #andrianotizie #bat #barletta #trani #barlettanadriatrani #network #cultura #cronaca #politica #minervino #corato #google #googlemaps #meteo #email #web #andriaweb #comunediandria #amministrazione #aggiornamenti #viabilità #denuncia #lavoro #residenti #quartiere #sanvalentino #piazzacatuma #oliodiandria – Andria notizie in diretta live in tempo reale dalla città. Una #città #Viva con #eventi #associazioni #sport #movida #giovani #ricca di #emozioni
- Segui VideoAndria.com:
- Su Facebook cliccando qui
- Su Telegram cliccando qui
- Su Whatsapp cliccando qui
- Su Twitter cliccando qui
- Su Instagram cliccando qui
Ricordiamo che è possibile ricevere tutte le news in tempo reale dall'app gratuita Telegram iscrivendosi al seguente indirizzo: https://t.me/andriabarlettatrani. Sempre attraverso Telegram è possibile inviarci segnalazioni in tempo reale anche con video e foto. Ricordiamo inoltre che cliccando "MI PIACE" sulla Pagina https://www.facebook.com/videoandria.notizie/ è possibile seguire tutte le news da Facebook. E' possibile scriverci anche via Whatsapp per inviarci segnalazioni anche con foto e video cliccando qui ed iscriversi al gruppo per la ricezione dei nostri link cliccando qui. Ricordiamo, inoltre, che è possibile seguire tutti i nostri tweet all'indirizzo https://twitter.com/videoandria. Gli aggiornamenti di VideoAndria.com sono anche su linkedin.com/company/andrianews e su https://vk.com/andrianews.