Cari andriesi, no, Halloween non è la “festa del diavolo”. Se non vi piace, basta non celebrarla

halloweenGiungono soprattutto dai social diversi post divenuti anche virali in poco tempo che alludono al significato di una festa, quella di Halloween, oramai comune anche nella penisola italiana. Come molti ricorderanno, Halloween è una festività di origine celtica celebrata la notte del 31 ottobre che “nel XX secolo ha assunto negli Stati Uniti le forme accentuatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota”.

Con il passare del tempo, l’usanza si è diffusa anche in altri Paesi del mondo anche se con alcune differenze: ad esempio, nella sua versione originale, quella del “trick-or-treat” (tradotto in Italiano: “dolcetto o scherzetto”) con formula ricattatoria, nel nostro territorio può trasformarsi in un non meno piacevole “uannà damm r dolcett” con tutte le conseguenze che possono esserci davanti a questa presuntuosa forma di richiesta esplicita.

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Caratteristica della festa è la simbologia legata alla morte e all’occulto, di cui è tipico il simbolo della zucca intagliata, derivato dal personaggio di Jack-o’-lantern e non a caso queste caratteristiche donano ad una prospettiva tradizionalmente cristiana un punto di vista poco rassicurante, tipicamente neopagano e quindi malvista dai cultori di religioni opposte e ben radicate nel territorio.

Ma tranquilli: Halloween non è la “festa del diavolo” come qualcuno scrive sui social. E’ semplicemente la conseguenza di una globalizzazione delle culture, unita alla necessità globale di far spendere soldi a ragazzi e bambini per ogni occasione. Halloween precede la festa di “Ognissanti” che come tutti sappiamo cade il 1º novembre di ogni anno (seguita il 2 novembre dalla Commemorazione dei Defunti).

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Più che preoccuparsi di una presunta negatività di una festa tipicamente anglosassone, se non vi piace come idea per perdere qualche ora di tempo la sera del 31, al massimo sarebbe semplicemente il caso di non celebrarla.

Il vero problema di questi episodi è in realtà legato al rischio di un’omologazione di massa planetaria che di fatto porta a lungo andare a plasmare tutti i popoli con le stesse usanze, rischiando di impoverire le culture mettendo da parte tutte le tradizioni e quindi i modi di fare, con la conseguenza di far spendere qualcosa in più ai genitori e ragazzi tra maschere in plastica, prodotti industriali e via dicendo in qualsiasi parte del mondo, senza troppi problemi e con grande soddisfazione per le solite multinazionali.

Se poi la festa di halloween venisse riscoperta per le sue origini antiche, sarebbe invece un’occasione per partecipare ad incontri incentrati su dibattiti storici, certamente ben più utili del “dolcetto o scherzetto” che limita la Storia ad una banale ed insensata richiesta di caramelle.

Non solo: non sono certo pochi i pensieri di chi, anche in Puglia, ricorda come un tempo si usasse in questo periodo andare in giro per le case alla ricerca di fichi secchi e dolciumi. Esistono delle similitudini nelle culture, persino in altri ambiti, come la ricorrenza natalizia. Non è il caso di demonizzarle li dove non esistono rischi che possano compromettere la vita altrui.

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Non ha quindi senso mettere paura ad amici e bambini per demonizzare una festa che non ci appartiene culturalmente ma che a tratti ricorda alcune delle nostre. Poi è ovvio che in qualsiasi circostanza, elementi legati ad eventuali episodi di violenza non sempre da denunciare e da condannare, a prescindere dal giorno dell’anno. 

Una semplice festa, macabra, magari anche piuttosto “scema” e a tratti dispendiosa ed insensata. Si, ma in realtà per nulla diabolica (poi ognuno è responsabile delle sue azioni).

Se proprio dobbiamo parlare di negatività nelle persone, dovremmo ricercarla in chi molto spesso fa il moralista badando fin troppo ai simbolismi ma poco alla concretezza delle persone: insegnare ai propri figli a non gettare rifiuti per strada promuovendone il riciclo, a rispettare la cultura del prossimo arricchendola con la propria, a non spendere troppi soldi per le cose inutili e a donarsi agli altri, a non utilizzare inutilmente le auto in città per evitare l’aumento dell’inquinamento e il conseguente aumento di rischi di patologie più o meno gravi, ad aver voglia di riscoprire il proprio territorio e a difendere la biodiversità della regione in cui vive. Questi sono i veri problemi che, all’opposto producono qualcosa di realmente diabolico: compromettono la vita di tutti, nessuno escluso.

L’opposto a questi accorgimenti genera l’aumento di negatività. Una ricorrenza per quanto a tratti macabra, se affrontata da un popolo cosciente, acculturato e ben informato, non può avere alcun effetto negativo per cause di forza maggiore.

Nick

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