La pioggia non ha fermato i numerosi curiosi ed appassionati di Storia locale che lo scorso giovedì 29 febbraio 2024 hanno assistito con molta attenzione all’iniziativa svoltasi presso la sede della Pro Loco di Andria dove il ricercatore Nicola Montepulciano ha svelato al pubblico un macchinario in legno utilizzato in passato per lavorare il cotone:
La storia raccontata è quella della famiglia Sterlicchio che nel secolo scorso ha per svariati decenni gestito un’azienda per la lavorazione del cotone e la vendita dei prodotti derivati. L’incontro, è successivo ad un approfondimento diffuso da Montepulciano sul web in un articolo apparso sul sito web VideoAndria.com nel mese di dicembre del 2020, quando furono diffuse le prime immagini della vecchia macchina in legno, testimonianza fisica di un periodo economico fiorente per la città di Andria. L’opificio fu costruito nel 1912 in Viale Trentino. Aveva una superficie di circa 700mq su piano terra, dove c’era un orditoio ed una ventina di telai meccanici per la tessitura, onde ricavarne stoffa. Inoltre, comprendeva un’ala destinata alla tintoria dove venivano trattate matasse di puro cotone grezzo importato in balle dall’Egitto. Sempre a piano terra vi era anche un grande reparto per la vendita della stoffa al dettaglio e all’ingrosso. Nel reparto tintoria, le matasse di cotone grezzo venivano “cotte”, sbiancate e poi tinte con vari colori naturali in grandi vasche di cemento, appositamente costruite. Successivamente, le matasse venivano trasportate su un ampio terrazzo dove, su apposite travi di legno, erano messe ad asciugare all’aria aperta. Una volta asciugate, le matasse passavano quindi al reparto filatura, che consisteva nell’accoppiare e ritorcere diversi fili di cotone al fine di ottenere, sotto forma di fusi e rocchetti, i fili necessari per la tessitura. La tessitura vera e propria consisteva nell’incrociare una serie di fili tutti uguali disposti in senso longitudinale, che costituivano l’ordito, con fili trasversali che venivano inseriti nell’ordito per mezzo delle navette e che costituivano la trama. Questa operazione veniva effettuata mediante telai meccanici, detti “Jacquard”, dove una scheda perforata comandava il movimento dei licci permettendo l’esecuzione di disegni vari:
Man mano che il lavoro procedeva, c’era lo srotolamento dell’ordito e l’arrotolamento del tessuto realizzato. L’ultima operazione era la finitura del tessuto con l’eliminazione di fili superflui. Una storia che ha molto da insegnare, non solo per gli appassionati di Storia locale ma anche per le future generazioni: simili ricerche dimostrano come sia possibile e importante un ritorno alle origini per garantire uno sviluppo socio-economico di un intero territorio capace di garantire l’indipendenza della materia prima nonché l’ecosostenibilità di prodotti all’epoca realizzati praticamente a Km0. La Storia, dunque, ci aiuta ad affrontare tematiche attualissime. Il video:
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