
L’Alta Murgia e il territorio della zona di Castel del Monte continuano a stupire, non solo dal punto di vista storico ma anche in ambito medico-scientifico. In realtà, la storia che stiamo per raccontarvi non è altro che un promemoria poiché arcinota agli esperti e risalente oramai ad oltre 70 anni fa. Parliamo della scoperta di un potente agente naturale antitumorale:

La daunorubicina, nota anche come daunomicina, è un farmaco chemioterapico utilizzato per trattare il cancro. Nello specifico viene utilizzato per la leucemia mieloide acuta (LMA), la leucemia linfoblastica acuta (LLA), la leucemia mieloide cronica (LMC) e il sarcoma di Kaposi. Viene somministrato mediante iniezione in vena. Esiste anche una formulazione liposomiale nota come daunorubicina liposomiale. Forse, non tutti ricordano che la sua scoperta avvenne nel terreno vicino a Castel del Monte, nel territorio di Andria: negli anni ’50, una società di ricerca italiana, la Farmitalia Research Laboratories, avvio una ricerca finalizzata ad isolare composti antitumorali dai microbi del suolo. L’iniziativa scientifica portò i ricercatori ad isolare un pezzo di terreno dall’area circostante Castel del Monte, oggi patrimonio Unesco. Tale prelievo di terreno permise di isolare un nuovo ceppo di Streptomyces – lo Streptomyces peucetius – che produceva un pigmento rosso e da questo batterio fu prodotto un antibiotico che si rivelò avere una buona attività contro i tumori murini. Poiché un gruppo di ricercatori francesi scoprì lo stesso composto più o meno nello stesso periodo:

I due team chiamarono il composto daunorubicina, combinando il nome Dauni, nota civiltà preromana che occupava l’area dell’Italia dove il composto era isolato, con la parola francese per rubino, rubis, che descrive il colore. [fonte] [fonte] [fonte] Gli studi clinici iniziarono negli anni ’60 e il farmaco ebbe successo nel trattamento della leucemia acuta e del linfoma. Tuttavia, nel 1967, fu riconosciuto che la daunorubicina poteva produrre tossicità cardiaca fatale. Da allora, la daunorubicina è usata solo per casi specifici e con più parsimonia rispetto al passato. Anche questa è la storia del nostro territorio (oltre che della Medicina). [fonte] Nel 2015-2016, un team della Ohio State University ha dimostrato che, “manipolando attentamente filamenti di DNA virale, è possibile creare una struttura origami con pieghe complesse in soli 10 minuti. Incredibilmente, queste strutture sono larghe solo 100 nanometri, ovvero 1.000 volte piccoli quanto la larghezza di un capello umano, piccoli volumi di daunorubicina possono essere racchiusi in questi minuscoli baccelli, che possono poi essere rilasciati in un ambiente pieno di cellule leucemiche”. [fonte] Ricordiamo che è inoltre possibile seguire tutte le notizie dedicate alla storia locale anche sulla Pagina Facebook.com/andriantica.
Approfondimenti:
- https://www.cancer.gov/news-events/cancer-currents-blog/2019/cancer-drugs-natural-products-nci-program
- https://en.wikipedia.org/wiki/Daunorubicin#cite_note-15
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