Il Prof. Francesco Martiradonna, responsabile territoriale “Ambiente e/è Vita Onlus” e “Nat. Federiciana Verde Onlus” lo scorso 26 giugno 2018 ha ricevuto una telefonata dal CFS Carabinieri di Bari, che richiedeva il recupero di un esemplare di falco grillaio ritrovato in Via Catullo. Giunto sul posto, il prof. Martiradonna ha provveduto al recupero dell’animale. Il falco recuperato:
L’animale è stato così consegnato alla Polizia Municipale, ed il Comandate dr. Riccardo Zingaro ha provveduto a far recapitare l’uccello rapace a Bitetto (BA) presso il Centro Recupero della Fauna Protetta sito nell’Osservatorio Faunistico Regionale. Un’altra operazione di recupero a distanza di pochi giorni da quella effettuata all’interno del Palazzo Ducale di Andria, senza contare poi il recupero di un pulcino di gufo avvenuto nei giorni precedenti. Tutti gli animali, ci conferma il prof. Martiradonna, sono stati recuperati perché in difficoltà fisiche e trasportati tutti presso il Centro Recupero della Fauna Protetta di Bitetto, così come previsto dalla Legge. Un ringraziamento va ai volontari federiciani e alla Polizia Municipale per la costante attività svolta. Martiradonna con il Comandante della PM:
Il “minuscolo” Grillaio è uno dei rapaci più importanti che nidificano abitualmente sul suolo italiano. Nonostante la popolazione relativamente abbondante, l’areale di nidificazione risulta estremamente circoscritto e limitato a determinate aree del meridione d’Italia: Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria. L’attività riproduttiva del Grillaio comincia in primavera, al ritorno dai lontani siti di svernamento. Le uova, covate per 30 giorni, si schiudono tra giugno e luglio, mentre giovani e femmine risultano abbastanza simili nel piumaggio al “cugino” Gheppio. Più agevole distinguere il maschio adulto – un esemplare misura mediamente 30 cm di lunghezza per un apertura alare di 70 cm – privo sul dorso delle caratteristiche macchie nere che caratterizzano l’altra specie. Lasciati i cieli italiani, il Grillaio parte per l’africa subsahariana, compiendo un viaggio lunghissimo che in alcuni casi può spingersi fino al Capo di Buona Speranza. In Italia, la principale area di nidificazione è costituita dalla Murgia apulo-lucana, dove è stata registrata anche una – seppur modesta – espansione della popolazione.
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