Andria, 2015: Nick Ferrara scopre il quadro di Vianelli custodito a New York che rivela Piazza La Corte nel 1851. Da allora, il quadro è ancora negli archivi americani – I video per non dimenticare la nostra Storia

La bellissima Piazza La Corte di Andria in un quadro del 1851: all’epoca di fatto ben predisposta ai pedoni.

Era il maggio del 2015 quando il documentarista andriese Nick Ferrara scoprì, attraverso un’attenta ricerca telematica, la presenza di un quadro che rivelava un aspetto a lui familiare: da quel giorno nacque una nuova avventura all’insegna della riscoperta di un importante tassello da quel variegato e affascinante mosaico della Storia di Andria. Come i lettori più attenti ed appassionati ricorderanno – l’opera, risalente al 1851 e realizzata dall’artista Achille Vianelli – si rivelò subito straordinaria, capace di rivelare l’aspetto di Piazza Lacorte (nel centro storico andriese), di uno degli ingressi originari di Palazzo Ducale e di numerosi dettagli architettonici oggi andati perduti:

Nick Ferrara (VideoAndria.com) con la versione digitalizzata del dipinto

Oltre alle differenze architettoniche riguardanti la facciata della chiesa Cattedrale, infatti, nell’opera il Vianelli immortala anche il campanile del complesso delle benedettine, demolito gradualmente nei primi decenni sino alla sua completa distruzione, avvenuta nel 1939 (la struttura fu poi sostituita dal mercato rionale coperto di via De Anellis, noto anche come il “mercato del pesce” oggi in disuso, come riportato in un approfondimento su VideoAndria.com). Ad accorgersi dell’opera di Ferrara fu il compianto prof. Giuseppe Brescia (già Preside del Liceo “Troya” e Cavaliere al Merito della Repubblica italiana) che organizzò in seguito un evento culturale attraverso il quale vennero analizzati i dettagli dell’opera di Vianelli scoperta da Ferrara, ipotizzando che quell’anomalo stemma Sabaudo rappresentato su di una facciata (l’opera è infatti realizzata nel periodo precedente all’Unità d’Italia, nel periodo in cui Andria e la Puglia intera erano governate dal Regno delle due Sicilie, della dinastia dei Borbone) potessero indicare potenziali simpatie ideologiche dell’autore. A distanza di anni, il quadro è diventato un simbolo di Andria: c’è chi usa la sua riproduzione per promuovere iniziative culturali di spessore, chi per tornare a parlare della Storia inedita cittadina. Unica nota dolente: a distanza di anni, per il quadro non sembrano esserci novità. Dai vertici istituzionali regionali e/o statali non risulta ad oggi alcuna iniziativa istituzionale finalizzata alla sua riscoperta fisica e quei pochi che ne parlano, talvolta, “dimenticano” come l’opera non sia stata l’altro ieri ma per l’appunto molti anni fa da Nick Ferrara (lo stesso che anni prima aveva realizzato i primissimi documentari sui sotterranei della città di Andria). Ad oggi, sono in pochi a ricostruire fedelmente la riscoperta dell’opera di Vianelli (tra essi, ricordiamo il ricercatore Nicola Montepulciano ed il prof. Sabino Di Tommaso, autore del sito web AndriArte.it che in una sezione su Piazza La Corte ha dedicato spazio anche alla scoperta di Ferrara) che non hanno mai dimenticato, nei dettagli, la reale origine della scoperta. Eppure, a distanza di anni dalla scoperta di Ferrara, quel quadro è ancora li, custodito negli archivi di New York e forse, vista l’indifferenza di chi avrebbe potuto quanto meno chiederlo in prestito per una mostra in Italia, è bene che sia ben custodito dagli amici americani. A tal proposito, riproponiamo qui sotto i link ad alcuni video diffusi sul web a cura di VideoAndria.com:

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Quadro di Vianelli, l’analisi del prof. Brescia:

Si ringrazia la collaborazione di Nicola Montepulciano per la riproposizione di questo argomento.

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