Agricoltori andriesi valutano l’interruzione della campagna olivicola: “costa meno lasciarle li che raccoglierle”. A rischio l’economia territoriale

Le avverse condizioni meteo di questi giorni, con una moltitudine di olive cadute sul terreno, alimenta una situazione già di per sé pesantissima e questa volta si rischia grosso:

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Il C.L.A.A. – Comitato Liberi Agricoltori Andriesi – lancia l’allarme per il prezzo delle olive che risulta essere il più basso degli ultimi decenni. Una situazione che da più parti fa presagire un disastro per gli agricoltori che non riuscirebbero neppure a ricavare i costi sostenuti per la produzione che risulta essere talmente abbondante da produrre l’effetto opposto. In pratica l’elevata produzione sta causando il calo drastico del prezzo di vendita delle olive del nostro territorio. La conseguenza immediata è che attualmente il prezzo di vendita al quintale non supera i 40/45 euro a fronte di un mercato che già negli anni passati era appena soddisfacente per il recupero dei costi e delle spese. L’olio di quest’anno sarà di qualità eccellente, non contaminato neppure da parassiti e dalla temibile mosca olearia ma la domanda resta una sola: “nonostante la grande quantità di prodotto il prezzo sarà più basso?” Dal C.L.A.A. dicono di no e i consumatori lo verificheranno. Solo la resa per gli agricoltori sarà più bassa e il reddito ricavato sarà ai minimi storici. Il grande business lo faranno gli speculatori con il prodotto introdotto dall’estero.
Sembra che la situazione stia interessando ancora limitatamente l’opinione pubblica ma i rappresentanti e soci dal Comitato Liberi Agricoltori Andriesi non restano in silenzio ed è il Coordinatore signor Natale Zagaria a dichiarare:

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“a fronte di una situazione generale che ha colpito il settore agricolo dall’inizio dell’anno, a partire dalle gelate e dal mancato riconoscimento ed erogazione di un solo euro per lo stato di calamità, ora la situazione è diventata insostenibile e potrebbe davvero essere il momento peggiore per l’intero comparto agricolo del nostro territorio. Le promesse dei politici, che con tanta disinvoltura sono saliti sui nostri palchi ad elargirle con tanta generosità, addirittura avendo la sfacciataggine di indossare i nostri gilet arancione, si sono rivelate una beffa e questo riconferma la nostra totale sfiducia in un mondo politico e dirigenziale, spesso avallato da un mondo Polisindacale, inetto e distratto. La politica è distante dai problemi dell’agricoltura e non riesce neppure a rendersene conto. Il nostro dramma è ormai al limite e le reazioni popolari potrebbero davvero essere imprevedibili”.
Ad esprimere la propria preoccupazione per quanto sta accadendo è anche il Presidente del C.L.A.A., signor Nicola Losito, il quale ha aggiunto: “ho visto colleghi ed amici con le lacrime agli occhi e questo è il segnale della definitiva sconfitta di un settore che era l’orgoglio della nostra terra e della città di Andria. Vergogna! Solo questo sento di dire a chi dovrebbe amministrare e governare questa terra infelice portata allo stremo, ultima in Italia in tutte le cose buone e prima in quelle cattive. Chi ha promesso ciò che ci è dovuto si dia una mossa ed esca fuori dai salotti. Vengano nei campi e si rendano conto di quello che sta accadendo, anche a causa dell’enorme quantitativo di olio proveniente dall’estero, immagazzinato nei depositi e poi svenduto come olio extra vergine di oliva spacciandolo per prodotto della nostra terra.” Sulla questione dei contributi europei, del PSR, della Xylella e di tutte le altre diavolerie che la politica non è stata in grado di fronteggiare ne parleremo in un altro momento. Quel grande libro di inefficienze è ancora in fase di scrittura e lo leggeranno i nostro posteri.

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