Che venga chiamata acquasale, acquasala (probabilmente dal dialetto “acquasƏil“) o “acquasalata“, il significato non cambia: con questi termini simili ci si riferisce sempre allo stesso amato, semplice e popolarissimo piatto di origini andriesi nonché alle sue potenziali “declinazioni” (come ricordato in un precedente approfondimento scritto da Nicola Montepulciano). Un piatto ben limpido anche nei ricordi del Cav. Salvatore Porro. Il consigliere comunale di Trieste originario di Andria ha scritto a VideoAndria.com:
“Ho letto con grande piacere l’articolo dell’attivista ecologista Nicola Montepulciano, il quale, attraverso le sue ricerche, illumina le usanze e la storia della cultura di Andria, raccontando la preparazione della “cena” contadina del dopoguerra e degli Anni Cinquanta, in particolare dell’acquasalata. Essendo anch’io nato in una famiglia contadina profondamente religiosa, ho vissuto fino alla metà degli anni cinquanta in contrada Troianelli, per poi trasferirmi nel 1955 nella zona di Porta La Barra. Ho custodito a lungo il ricordo dell’acquasalata preparata dalla mia amata madre, utilizzando sempre gli stessi ingredienti. Consumare l’acquasalata a cena era una necessità, frutto della povertà, e un modo per non sprecare il pane duro, che veniva immerso nel piatto e condiviso da tutta la famiglia. I contadini, grazie al lavoro nei campi, sia in mezzadria che in proprietà, erano autosufficienti grazie ai raccolti di ceci, fagioli, patate, insalate e tutto ciò che la generosa terra offriva per nutrire l’intera famiglia; tra queste delizie, non poteva mancare l’acquasalata. Conservo un simpatico ricordo della preparazione dell’acquasalata che realizzai insieme a mio fratello Michele” – ricorda il Cav. Porro che conclude:
“Un giorno, mentre eravamo soli in casa, decidemmo di prepararci un’acquasalata. Prendemmo un grande piatto, versammo acqua tiepida, olio, sale e altri ingredienti; prima di aggiungere il pane duro, decidemmo di assaggiare l’infuso, che risultò un po’ salato. Dopo aver aggiunto un bicchiere d’acqua, facemmo un nuovo assaggio e lo trovammo insipido, quindi aggiungemmo ancora sale e acqua, fino a riempire il piatto fino all’orlo. Mentre eravamo indecisi su come procedere, i nostri genitori rientrarono e, vedendo il grande piatto colmo e ascoltando le nostre intenzioni, scoppiarono in una risata, aggiustando tutto e gustando la nostra prima acquasalata” – ha concluso il Cav. Porro che ringraziamo e salutiamo con affetto dalla sua cara Andria. Ricordiamo che è inoltre possibile seguire tutte le notizie dedicate alla storia locale anche sulla Pagina Facebook.com/andriantica.
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