
Giuseppe Brescia, a brevissima distanza da Il vivente originario (Albatros, Milano, 2013), ci presenta in questa sua nutritissima raccolta, “Tempo e Idee. ‘Sapienza dei secoli’ e Reinterpretazioni” ( ivi, 2014), una lunga serie di saggi, di note e di “spigolature” che svariano da Dante a Machiavelli, da Bruno a Kant, da Leopardi a Croce, e da Schelling fino a Montale e a Joyce, per citare soltanto alcuni dei maggiori, a numerose figure ‘minori’ oggi quasi completamente dimenticate, ma ricche di valore e di importanza, oltreché suscitatrici di suggerimenti sempre fecondi e inesauribili (p.es., Mario Pagano, Giovanni Bovio, Pilo Albertelli, Rosario Assunto, Carlo L. Ragghianti, Alfredo Parente). Né mancano pagine con notazioni ricche di interesse sulla musica e sulle arti (p.es., le note sul “Flauto magico”, “Mozart e la musica sacra”, “Funzione mediana dei decani a Schifanoia”).
L’erudizione dell’Autore è portentosa e ammirevole, dal momento che la poliedricità dei temi, talvolta un po’ disarmante,non deve farci nascondere motivi profondi che sottendono e sostengono le sue pagine: ricerca di ‘mediazioni’ fra spirito e natura, intelligenza intuente e vitalità “verde e cruda” della vita che inventa e scopre sempre nuovi percorsi nella sua lotta incessante contro l’oscurità, contro la materialità e contro l’inerzia. Sono questi i motivi su cui l’A. ritorna a più riprese e su cui sempre insiste, come a proposito della “dialettica delle passioni”, e dell’ intreccio profondo e complesso delle “forme categoriali” nelle loro dimensioni teoretiche, etiche ed estetiche. Il libro è sorretto e animato da una visione dell’uomo come essere fondamentalmente non nato unicamente per il perseguimento della ‘felicità’ e nemmeno unicamente rivolto all’acquisizione di beni di ogni genere e tipo, bensì alla continua e incessante ricerca del proprio ‘perfezionamento’ spirituale.
Su questo principio si fondano i convincimenti etici e politici dell’Autore, ispirati ad un “liberalismo” dello spirito che oltrepassa e trascende ogni riduttivistico livellamento in un meramente utilitaristico “liberismo” economico. Spirito orientato in assoluta prevalenza per le sintesi organiche ed onnicomprensive, Brescia è sempre però accuratamente e scrupolosamente attento ai fatti e alle fonti che preservano e tramandano in modo impareggiabilmente prezioso la ‘memoria’ storica, “Mnemosyne” classico e perenne ‘intermedio’ tra la ‘vita’ e le ‘forme’.
FRANCO BOSIO
(PREFAZIONE “LA MEMORIA, ‘TRA’ LA VITA E LE FORME” Tratto da: “Tempo e Idee. ‘Sapienza dei secoli’ e Reinterpretazioni” ( ivi, 2014)
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