
Un episodio inquietante ha scosso la comunità di Molfetta, dove un piccolo esemplare di stenella è stato rinvenuto sventrato sulla spiaggia. Stando a quanto si apprende, la scoperta è stata segnalata da Pasquale Salvemini, rappresentante del WWF locale nonchè del locale Centro Recupero per tartarughe marine, che ha condiviso la notizia attraverso i social media. L’animale, un esemplare di stenella, un cetaceo appartenente alla famiglia dei delfinidi, è stato trovato nella zona del lungomare Colonna nella giornata di sabato 19 aprile (2025): il cetaceo, lungo circa 180 cm, presentava profonde ferite da taglio, che sembrano essere state inflitte con un grosso coltello:
La brutalità del ritrovamento ha suscitato indignazione e preoccupazione tra i cittadini e gli attivisti per la salvaguardia degli animali. Salvemini ha evidenziato nel suo post che la colorazione anemica dell’animale suggerisce che fosse stato eviscerato mentre era ancora vivo, un atto di violenza che solleva interrogativi sulla sicurezza degli animali marini e sulla necessità di una maggiore protezione per le specie vulnerabili. Questo tragico evento non è solo un richiamo alla necessità di tutelare la fauna marina, ma anche un invito a riflettere sul rispetto per la vita animale. Simile nell’aspetto a un delfino, lo ricordiamo, la stenella è un piccolo cetaceo dal corpo snello e slanciato, che arriva nell’adulto a misurare 2,5 m. La principale caratteristica distintiva è la presenza ai lati del corpo di evidenti linee di demarcazione, che separano nettamente il dorso di colore scuro e i fianchi grigio chiaro dal ventre bianco o rosato. Gli occhi sono contornati da una macchia nera di dimensione variabile a seconda dell’individuo, dietro la quale si staglia una sottile linea scura. La pinna dorsale può essere in alcuni individui eccezionalmente alta rispetto alle dimensioni del corpo dell’animale. Ghiotta di pesci, molluschi e crostacei, la stenella può immergersi fino a 200 m di profondità alla ricerca del cibo preferito, restando in apnea per circa dieci minuti. L’auspicio è che le indagini approfondite possano aiutare le Forze dell’Ordine a risalire all’identità dei responsabili di queste macabre ed illegali uccisioni unitamente a fatti analoghi avvenuti negli ultimi tempi ai danni di indifese tartarughe marine, anch’esse in più circostanze ritrovate morte con evidenti ferite inflitte con arma da taglio tra le coste delle province di Bari e Barletta-Andria-Trani. Ricordiamo che è possibile seguire tutti gli aggiornamenti dei volontari del Centro Recupero Tartarughe Marine di Molfetta attraverso la pagina Facebook.com/crtmolfetta. Il link al post con foto e video diffusi da Salvemini su Facebook: https://www.facebook.com/pasquale.salvemini.3/posts/pfbid0JJkcgUdZ2Qvmy7EeNSZwMRxVPReLGTEBUEm8q6u64kDu9g6KtfZEEtQ2Wn76v53sl.
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