Completamento Tangenziale Ovest di Andria, Marmo: “duro impatto ambientale, Regione e Provincia trovino altre soluzioni”

“Optare per la soluzione con il più duro impatto ambientale e farlo nell’ambito di un iter contro cui sono stato il primo ad oppormi perché viziato sotto il profilo procedurale e sostanziale. Sul completamento della tangenziale ovest di Andria, oggi come ieri, non posso che essere contrario al progetto individuato“. Così Nino Marmo, presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia.

“Come si fa –aggiunge- a prevedere un nuovo tratto di strada che non è mai stato contemplato nel Piano Regionale dei Trasporti? Una circostanza ben nota alla Regione Puglia perché più volte il sottoscritto lo ha riferito e ribadito all’assessorato. Ciononostante, la Provincia si attiva con una conferenza di servizi che, rebus sic stantibus, appare di dubbia legittimità. Per amor di verità, devo ricordare anche di aver indicato, negli anni passati, quella che ritenevo e ritengo essere la strada maestra: ovvero, l’adeguamento dell’attuale sede stradale. Avremmo eliminato le criticità che oggi emergono chiaramente a tutti. Peccato, però,” -conclude Marmo- “che sia gli uffici regionali sia quelli provinciali abbiano fatto orecchie da mercante, ma darebbero bene a riflettere su altre soluzioni”.

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Già nei giorni scorsi, perplessità sull’impatto ambientale del progetto era giunte da parte del mondo ambientalista locale.  Come avevamo già pubblicato in un precedente articolo, infatti, per Legambiente è da respingere il progetto di completamento della Tangenziale Ovest di Andria attualmente in fase di valutazione di impatto ambientale: non è infatti accettabile la soluzione individuata che prevede la costruzione di una bretella stradale a quattro corsie lunga circa 9 km lungo un nuovo tracciato che, attraversando l’agro a sud-ovest della città, produrrebbe interferenze e, in sostanza, degraderebbe un’area agricola produttiva di pregio, ricca di elementi di valore culturale, paesaggistico e naturale.

«I problemi di viabilità vanno affrontati e risolti scegliendo, tra le possibili alternative, quella che ha un minore impatto sull’ambiente» – dichiara Riccardo Larosa (Presidente di Legambiente Andria) – «e l’opzione che oggi è sul tavolo non è affatto la migliore: costruire una nuova strada in un’area pressoché integra invece di allargare la carreggiata esistente significa consumare territorio; noi non possiamo che opporci ad una scelta di questo genere».

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«Per comprendere quello che potrebbe essere per davvero l’impatto paesaggistico-ambientale di quest’opera» – precisa Domenico Delle Foglie (Responsabile Regionale Urbanistica di Legambiente Puglia) – «non ci si può fermare alla disamina dei suoli direttamente interessati dall’opera ma è necessario guardare anche a ciò che sta attorno alla fascia di territorio che si vorrebbe occupare con questa infrastruttura: allargando la prospettiva si riesce immediatamente a percepire l’impatto negativo che questa nuova bretella stradale avrebbe su un comprensorio importante non solo per il suo valore agricolo, ma anche sotto il profilo paesaggistico-culturale per la presenza di manufatti architettonici, strutture rurali, giacimenti archeologici, segmenti della rete ecologica regionale etc. Inoltre non possiamo trascurare il fatto che questo nuovo tracciato potrebbe un domani diventare un pretesto per giustificare un inammissibile ulteriore ampliamento dell’area urbana: è un rischio che va evitato».

Per queste ragioni Legambiente propone di abbandonare l’ipotesi formulata da ANAS, e successivamente ereditata e fatta propria dagli uffici provinciali, di costruire una variante dell’attuale tracciato della Strada Provinciale n. 2 e di seguire la più razionale soluzione già individuata dal Piano Strategico “Vision 2020″ che più opportunamente prevedeva l’adeguamento del tracciato viario esistente, evitando di incidere su aree non compromesse.

«Nei decenni trascorsi» – afferma Francesco Tarantini (Presidente di Legambiente Puglia) – «le amministrazioni pubbliche hanno spesso operato senza tenere conto della sostenibilità ambientale delle loro scelte, ma oggi non può più essere accettabile un modo di fare del genere; ci auguriamo che sia gli uffici e sia gli organi politici vorranno ascoltare il nostro parere e fare la scelta giusta, adottando soluzioni in grado di tutelare il nostro territorio».

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