Un bidone ‘intelligente’ per la raccolta differenziata dei rifiuti, una boa per il monitoraggio delle acque costiere ed un sistema basato sulle bucce di frutta e verdura per la potabilizzazione dell’acqua inquinata da metalli pesanti. Sono i tre progetti italiani per la finale del concorso europeo ‘European Union Contest for Young Scientists‘ (Eucys), indirizzato a giovani scienziati.
Lo ha deciso una giuria di esperti provenienti da università, politecnici e istituzioni di ricerca dopo aver esaminato 65 progetti realizzati da 143 studenti tra i 14 e i 21 anni provenienti da tutta Italia. I 34 finalisti hanno presentato le loro invenzioni presso la sede della Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche (Fast) di Milano.
Il primo vincitore è BopHIS, la boa oceanografica per il monitoraggio continuo del pH delle acque costiere: l’hanno sviluppata Thomas Alt, Alessandro Roccaforte e Sofia Srebotuyak dell’ISIS A. Malignani di Udine.
Il secondo progetto premiato è Metals-Catchers: sviluppato da Alvaro Maggio del liceo scientifico Q. Ennio di Gallipoli (Lecce), mira a sfruttare la pectina presente nella buccia di frutta e verdura per rendere potabile l’acqua contaminata dai metalli pesanti.
Il terzo vincitore è iBin, il bidone intelligente pensato per facilitare la raccolta differenziata con una particolare attenzione rivolta a disabili e persone anziane: lo hanno realizzato Davide Carboni e Alessandro Carra dell’IIS Volterra-Elia di Ancona.
L’idea pugliese per le bucce di banana come depuratori: il giovane Alvaro, che ha frequentato l’IIS Q. Ennio di Gallipoli, è l’ideatore di “Metals-Catchers”, ideato per rendere potabili le acque contaminate. Il giovane praticava esperimenti per testare la capacità delle bucce di frutta e verdura di mitigare gli effetti collaterali di alcuni farmaci gastrolesivi, osservando che la frutta ha una carica negativa (attraverso la peptina) rispetto ai metalli, che invece assumono la parte di cariche positive. Da quell’osservazione l’idea innovativa: filtri realizzati con le bucce di banana essiccate.
Si tratta di un metodo molto semplice e poco dispendioso: la buccia di banana viene essiccata e tritata, quindi inserita nei normali filtri utilizzati per la depurazione delle acque. Dagli scarti è poi possibile prelevare i metalli disciolti. Il metodo è stato testato su acqua con 1300 microgrammi di metallo per litro, davvero tanto (in quel caso se ingerita l’acqua risulterebbe letale per l’organismo umano) e può essere ripetuto con la medesima buccia di banana sino a 9 volte.
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